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Editoriale

Il Ministro in Scienze motorie, quando Bussetti fa Rima con De Sanctis

“Se quel guerriero io fossi , Se il mio sogno si avverasse!…
Un esercito di prodi da me guidato… Sulle note e le parole di verdiana e ghislanzoniana memoria, gira e rigira, toccherà ricredersi sulla futilità del Governo varato dal redivivo premier Giuseppe Conte, rientrato in pista, mentre il diciannovenne eburneo Filippo Tortu ne usciva, ad un pelo dal record di Mennea sui cento, ieri sera. Dunque, all’Olimpico, come al Quirinale si festeggiava fino a dimenticare buche e bucature romane per il Giro d’Italia, riproponendo l’apoteosi di qualche giorno fa , sempre all’Olimpico, con “Sport di Classe – Campioni di Fair Play”, dove una rappresentanza di ottocento scolari sportivizzati avevano dato una idea di cosa sarebbero la scuola italiana e il Bel Paese con un diverso approccio educativo. E così , quando ormai tutti lo davano per disperso, annichilito nel faticoso rientro ferroviario verso casa, il “premier” ripescato, dopo un breve momento di esposizione mediatica con il primo incarico datogli da Mattarella e abortito per un nome non condiviso sempre da Mattarella , quello di Paolo Savona nel ruolo di Ministro dell’Economia, Conte veniva richiamato a Roma, come Furio Camillo che la liberò dall’assedio di Brenno. Un ennesimo colpo di scena, degno della penna di Dumas, che ci ha restituito l’imprevedibile protagonista , come il collega, come lui nobile immaginario, di Montecristo, munito di una infinita gamma di straordinari sorprendenti espedienti. Primo tra questi la nomina del laureato in scienze motorie Marco Bussetti, nato due anni dopo i XVII Giochi Olimpici di Roma, a Ministro della Pubblica Istruzione, Università e Ricerca. Ci vuole poco a capire che siamo di fronte ad una possibile rivoluzione copernicana per l’educazione e la salute degli italiani. Al fatto che l’intuizione di un letterato come Francesco De Sanctis (Legge sulla Ginnastica Educativa nel 1878) potrebbe trovare finalmente applicazione pratica negli anni duemila. Al fatto che l’ intera categoria degli esperti in scienze motorie, finora marginalizzata, potrebbe assumere un ruolo completamente diverso nell’ordinamento scolastico, restituendo il diritto all’apprendimento etico sportivo a due milioni di bambini nelle “primarie” . Il Presidente del CONI, Malagò, aveva lanciato un ennesimo appello alla riforma della scuola, in tal senso ,durante il Work shop all’Olimpico il 25 maggio ed ecco una “salviniana” risposta, con colui che era responsabile sino a ieri dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia. Infine, però, mentre prende corpo una diversa considerazione per il turismo, che abbinato ai beni culturali, recupera com’è giusto che sia un ruolo centrale, non sembra che altrettanto avvenga con lo sport. E allora? Allora si accentua l’antica responsabilità che la Legge affida dal 1928 al CONI, in attesa che il vento delle riforme possibili porti la voce sport anche nella Costituzione. Infine, in questo clima d’italica tendenza all’ottimismo della genialità, mi affido a versi dissacranti e in qualche modo beneauguranti di una caustica concretezza, quelli del bucolico Cecco Angiolieri: “S’i fosse fuoco, arderei ‘l mondo;
s’i fosse vento, lo tempestarei;
s’i fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i fosse Dio, mandereil’ en profondo;
s’i fosse papa, allor serei giocondo,
ché tutti cristiani imbrigarei;
s’i fosse ‘mperator, ben lo farei;
a tutti tagliarei lo capo a tondo.
S’i fosse morte, andarei a mi’ padre;
s’i fosse vita, non starei con lui;
similemente faria da mi’ madre.
Si fosse Cecco com’i’ sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le zoppe e vecchie lasserei altrui”

 

Ruggero Alcanterini

Direttore responsabile de L’Eco del Litorale

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